Fender Eric Johnson Stratocaster: il classico in versione moderna



Tra le decine di Stratocaster che riempiono le pareti dell’Emporio Musicale Senese m’è caduto l’occhio sulla nuova signature dedicata al biondo chitarrista americano dal suono vellutato e delicato. Eric Johnson mago del suono, protagonista di tante leggende metropolitane sulle capacità del suo orecchio “bionico” (si narra che riconosca la marca delle batterie che alimentano i suoi pedali sentendone il suono…) ha dato precise indicazioni e ha fattivamente collaborato alla realizzazione di un modello Stratocaster a lui dedicato. La forma è sempre la medesima, ci mancherebbe, ma sembra che il body dello strumento stia un po’ più aderente al corpo del musicista, si insomma…da l’impressione di essere più ergonomica; forse le smussature sono un po’ più accentuate, proprio come capitava di trovarne negli anni ’60 quando ogni singolo corpo era “scolpito” dalle mani attente dei liutai alla corte di Leo. Il manico è di un bellissimo acero fiammato, verniciato con un lucido trasparente che esalta (e protegge) i preziosi disegni del legno. La bombatura della tastiera è poco accentuata: sempre tastiera Fender style ma non bombata come nelle riedizioni della serie vintage, un po’ più scorrevole e propensa ai bending, mentre il retro del manico è comodo senza essere troppo esile, riempe bene la mano e da una sensazione di solidità. I ventuno tasti sono piccoli, ben lucidati e smussati e sul bordo della tastiera non danno assolutamente fastidio, anzi, non si sentono proprio. Prima di arrivare alla paletta due parole per il capotasto: finalmente un capotasto (in micarta, un materiale sintetico dalle caratteristiche sonore simili all’osso naturale) ben posizionato e ben tagliato, e chi si “trastulla” un po’ con la liuteria sa bene quanto possa incidere un buon capotasto sia sul suono finale, sia sulla ridotta possibilità che le corde si rompano. Arriviamo alla paletta; è, ovviamente, la tipica headstock che si trova sulla Fender Stratocaster ma “nascoste” agli occhi meno attenti ci sono un bel po’ di particolari originali. Innanzi tutto mancano gli alberini abbassa corde che i puristi del suono (e guarda caso Johnson è il re di tutti loro) hanno sempre additato come killer delle vibrazioni che la corda porta al manico… La funzione degli abbassa corde è stata sostituita con ingegno da parte dei liutai Fender con delle meccaniche, dal disegno vintage, degradanti, ovverosia con gli alberini che sono più corti man mano che ci si avvicina ai cantini. Sempre le meccaniche sono disposte sulla paletta un po’ più vicine alla paletta sempre per migliorare l’angolazione con cui la corda arriva al capotasto. Sulla parte del body non sembrano esserci grandi novità (a parte sui pick ups di cui parleremo dopo): selettore a cinque posizioni, un volume, due controlli del tono, un ponte a sei viti vintage-style. Sul retro della chitarra notiamo subito la mancanza del coperchietto del vano molle del tremolo: non si tratta di una dimenticanza, non ci sono neanche i fori per le viti… semplicemente non c’è! Oramai è abitudine dal vivo vedere l’assenza di questo coperchio, probabilmente per facilitare il cambio di una corda che si spezza. Veniamo ad un’altra novità; da finti ingenui capiamo subito che c’è qualche cosa che non torna a proposito del tremolo. Nel vano molle infatti notiamo il blocco del ponte (quello dove si ancorano le molle stesse) di dimensioni quasi doppie a quelli solitamente presenti sulle Stratocaster. Alla vista poi sembra fatto di un acciaio più “solido”: impressione imputabile alla mancata vernice coprente sul blocco stesso, inoltre i forellini dove vengono infilate le corde sono più stretti; ci accorgeremo presto che tutti questi minuscoli particolari creeranno un gran suono). Veniamo alla prova sonora: Strato, Strato, Strato, e la recensione potrebbe finire qui. Un bellissimo twang, allo stesso tempo morbido su tutto il range di frequenze e deciso nell’attacco (merito probabilmente del massiccio manico in acero). La chitarra si lascia suonare da sola, come tutti gli strumenti di grande qualità, è regolata dalla fabbrica in maniera eccellente, intonata e con un’action confortevole ne troppo alta ne troppo bassa, senza che ci siano buzz e bending “interrotti” sul più bello. Questi suoni puliti così belli e fenderosi diventano crunch al contempo raffinati e decisi; la mente corre a Hendrix e la mano la segue: le orecchie godono. I suoni lead molto “carichi” e cattivi non sembrano adatti a questo girellino, ma sicuramente qualche chitarrista più smaliziato di noi potrebbe tirare fuori suoni per lo meno particolari da questo strumento anche con amplificatori dai timbri più moderni. Il segreto di un sustain lunghissimo, di queste armoniche così “colorate e morbide” è nei piccoli particolari costruttivi cui abbiamo accennato poco fa (il blocco del tremolo in primis e l’attenzione per l’angolazione delle corde) ma essenzialmente, li abbiamo lasciati in fondo volutamente, molto del timbro di questa chitarra è dovuto ai pick ups. Veri single coils con magneti in AlNiCo e poli staggered progettati su specifiche di Eric Johnson si trovano montati esclusivamente su questo modello e non sono acquistabili come normali “pezzi di ricambio” dal catalogo Fender forse chissà, in un prossimo futuro…come accadde agli Hot Noiseless montati sulle ultime Jeff Beck Stratocaster. Un altro piccolo particolare è la mancanza della firma di Eric sulla paletta (non c’è ne davanti ne dietro)…ora chi ha sempre “snobbato” le chitarre signature (forse invidiosi o desiderosi, un giorno di averne una dedicata a loro stessi) non hanno scuse. Provatela, amatela e fidanzatevi con lei, sarà fedele, dolce, maliziosa e sexy; e se una sera andate in giro con gli amici vi aspetterà buona buona.

2 Comments:

Anonymous Anonimo said...

complimenti per il blog! è la prima volta che lo visito e devo dire che è veramente ben fatto!! le recensioni delle 2 fender sono fantastiche!! fai venire la voglia di comprarle subito!!veramente complimentoni ora ti metto tra i preferiti!! una curiosità: che chitarre possiedi?

27 maggio, 2006  
Blogger Sauro said...

Grazie mille Pietro! Quanti complimenti! :-) spero davvero di meritarmeli...
Le chitarre che ho al momento sono: Fender Telecaster Thinline '72 (con gli "humbuckeroni" wide-range), Stratocaster Jeff Beck model, Gibson Nighthawk con floyd rose, Patrick Eggle Berlin Pro, e un'acustica Takamine Santa Fe di cui, promesso, posterò a breve una recensione!
Ciao ciao! :-)
S.

28 maggio, 2006  

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